Le scuole piacentine scendono in campo e scrivono al ministro Mariastella Gelmini e ai parlamentari. «Non vogliamo più lavorare nella precarietà e non vogliamo dover dire ad altri lavoratori "non so se e quando ti pagheremo". La scuola pubblica e chi vi lavora ha diritto ad operare nella chiarezza». E’ l’amara conclusione del documento inviato ai politici. Al centro della missiva ci sarebbero centinaia di migliaia di crediti che la scuola piacentina ha nei confronti del dicastero, che metterebbero a rischio gli stipendi dei supplenti e la paralisi dei servizi.