Ammonta a più di 7 milioni di euro l’importo finanziato alle aziende piacentine sulla Misura 123 del Piano di sviluppo rurale (asse 1). Un vero successo per il nostro territorio se si considera che questo contributo rappresenta più del 23% di quello complessivamente concesso alla regione Emilia Romagna (quasi 30 milioni di euro). E il contributo diventa ancora più significativo (arrivando ad un importo di 9,6 milioni di euro per un 30% sul contributo complessivo regionale) se si considera che tra le aziende finanziate in provincia di Parma vi è anche Copador, nota realtà cooperativa di Collecchio dove i soci sono in gran parte piacentini, così come la dirigenza e che attraverso la recente acquisizione di Berni questa azienda trasferirà il suo valore aggiunto direttamente su nostro territorio. La Misura 123, spiega la dirigente del servizio agricoltura della provincia Bianca Rossi, è rivolta alle imprese di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli e forestali che dimostrano di operare in un contesto di filiera, garantendo un adeguata remunerazione alle imprese agricole che conferiscono la materia prima.Il successo che il nostro territorio ha registrato nell’attribuzione dei contributi di questa misura, soprattutto in un momento come quello che stiamo vivendo può dunque dare respiro alla nostra economia: "anche se le domande relative a questa misura – continua Rossi – sono state direttamente trasmesse in Regione, noi come provincia abbiamo svolto in questo ambito una vera azione di "lievito", poiché attraverso gli incontro promossi in fase di definizione del Prip (il piano provinciale attraverso il quale per la prima volta la regione ha demandato alle province alcune importanti scelte sul Piano di Sviluppo rurale) abbiamo coinvolto – a differenza di quanto accaduto in altre province – tutte le categorie economiche, ma anche le organizzazioni cooperative, gli industriali, le associazioni dei consumatori, oltre ovviamente a tutte le Istituzioni, garantendo un vero approccio di sistema e riuscendo così a valorizzare al massimo le possibilità che il piano di sviluppo rurale offriva alle singole aziende".