La Regione dice no al ritorno al nucleare

La Regione Emilia-Romagna ha dichiarato il proprio "disaccordo e la contrarietà alla installazione di centrali nucleari e alla riattivazione della centrale nucleare di Caorso". La risoluzione approvata dall’assemblea regionale col voto di Verdi, Sd, Pd, Pdci, chiude quindi a qualsiasi ipotesi di una "nuova stagione del nucleare". Come spiega la capogruppo dei Verdi, Daniela Guerra, che aveva presentato una risoluzione del Gruppo Verdi, poi confluita nella risoluzione di maggioranza, L’Emilia-Romagna ha scelto di ribadire quanto sancito dal referendum del 1987 e di opporsi alla politica dell’atomo avviata dal Governo. "Il ‘no’ al nucleare – spiega Guerra – è stato espresso in coerenza col Piano Energetico di cui la Regione si è dotata nel novembre 2007 e che fa leva sul risparmio e sull’efficienza energetica per contenere il fabbisogno mentre punta al raggiungimento dell’autosufficienza regionale col ricorso a fonti rinnovabili e metano, non certo sull’energia nucleare. Che, malgrado vogliano farci credere il contrario parlando di terza e quarta generazione, rimane una tecnologia antieconomica, pericolosa e con problemi di impatto ambientale a tutt’altro che risolti". Oltre a impedire l’installazione di nuovi impianti, prosegue Guerra, "è imprescindibile che proceda quanto più speditamente possibile la procedura di decommissioning di Caorso, il cui progetto nel novembre scorso ha visto la pubblicazione del decreto che, col parere favorevole di Regione, Ministero dei Beni culturali e della commissione ministeriale per la Valutazione di impatto ambientale, ne sancisce la compatibilità ambientale. Come affermato dai dirigenti della Sogin, pensare di tornare al nucleare partendo, come ha annunciato il Governo, dai vecchi siti come Caorso non sarebbe nemmeno tecnicamente possibile. Le operazioni di smantellamento sono infatti giunte a punto talmente avanzato che gli interventi di adeguamento agli standard attuali richiederebbero di lavorare sotto il reattore con conseguenze letali per la salute degli addetti. Si proceda dunque con il decommissioning e invece di insistere sul ritorno al nucleare si facciano scelte di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili realmente pulite e sicure."

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