Commissione aree militari, il Consiglio Comunale ne decreta la fine

«Il consiglio comunale ritiene che la commissione speciale sulle aree militari debba cessare la propria attività avendo terminato anticipatamente i propri lavori». «La Commissione consiliare n. 2 può farsi carico di seguire l’iter di tutta l’operazione durante il percorso del Piano Strutturale Comunale, tanto più che sull’ argomento l’amministrazione ha già delineato, nel documento Linee di sviluppo sul PSC, di voler coinvolgere la città in tutte le sue articolazioni. E comunque al Consiglio, organo deliberativo per eccellenza, spetta il compito di garanzia e controllo che eserciterà in modo collegiale senza demandarla ad una commissione speciale». Sono parole contenute nell’ordine del giorno – presentato dalla maggioranza – con cui il Consiglio comunale di Piacenza ha sancito ieri sera la fine della commissione per la trasformazione delle aree militari cittadine. Un finale scontato ma ricco di polemiche: contro il  documento ha votato solo Carlo Mazza (del gruppo misto), ma Forza Italia non ha partecipato al voto, mentre gli altri componenti dell’opposizione – fino a quel momento presenti – se ne erano andati dopo la bocciatura di un ordine del giorno in cui lo stesso Mazza e Bruno Galvani (sempre del misto) chiedevano a Gianni D’Amo di ritirare le dimissioni da presidente e di portare avanti l’attività della commissione.Sempre nella seduta di ieri, il consigliere di Forza Italia Sandro Ballerini ha chiesto "Un controllo straordinario sulle emissioni del termovalorizzatore di Piacenza, alla luce della scoperta che un analogo impianto di Lucca ha emesso per anni una quantità di diossina cinque volte superiore a quella prevista dalla legge". Ballerini si è detto allarmato dal recente episodio venuto alla luce nella città toscana. "A Lucca erano sicuri che tutti i dati fossero a posto – ha aggiunto – ma poi si sono trovati questa pessima sorpresa: approfondiamo anche a Piacenza, in modo da essere più tranquilli".

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