"All’inizio avevo pensato a un diario da scrivere giorno per giorno, è stata la giornalista Marta Bravi a indirizzarmi su alcuni punti nevralgici, come l’Expo, la mostra Arte e omosessualità, i parcheggi". Questa mattina in Santa Maria della Pace a Piacenza, Vittorio Sgarbi ha così raccontato la sua ultima fatica letteraria "Clausura a Milano e non solo. Da suor Letizia a Salemi e ritorno" che, come afferma lui stesso, rappresenta il suo contrasto radicale con gli ex colleghi della Giunta del capoluogo lombardo. Il critico ferrarese torna dunque ai due anni alla guida dell’assessorato alla cultura, evidenziando "il suo tentativo di fare cose importanti secondo alcuni principi e l’impossibilità di realizzarle nell’amministrazione del sindaco Letizia Moratti". Una Milano tenuta- secondo Sgarbi- come un convento. Lo sfogo, spiega Sgarbi, è nella parte finale del libro, dedicata all’esperienza attuale di sindaco di Salemi in provincia di Trapani, " un laboratorio di esperienze per i giovani contro la mafia, un luogo di pochi abitanti in Sicilia che riesce a tener testa a Milano, perchè c’è la volontà di non chiudere, censurare…"E se Milano viene paragonata a un convento, a Piacenza il critico, da tempo in polemica con l’amministrazione del sindaco Reggi, associa il termine "ospizio".Sgarbi ha anche visitato la mostra a Palazzo Galli "La Roma antica e moderna del cardinale Giulio Alberoni" rendendosi disponibile a future collaborazioni con la Banca di Piacenza per iniziative culturali.