Ancora sotto i riflettori la filiera del pomodoro da industria che ha affrontato con tutti i suoi attori –coordinati da Lorenzo Frassoldati, noto giornalista del settore agricolo – un riflessione su quello che potrà essere il suo futuro, anche in vista dei cambiamenti previsti nel sistema di attribuzione degli aiuti.Il convegno che si articolava in tre sessioni – la voce dei produttori, delle organizzazioni professionali e della trasformazione – ha offerto un quadro completo caratterizzato dalla presenza degli esponenti più significativi.Così dopo l’introduzione di Silvio Bisotti, presidente di PiacenzaExpo e il saluto di introduttivo di PierLuigi Ferrari, presidente del distretto del pomodoro da industria; le unioni nazionali dei produttori hanno fatto sentire la loro voce.Gianni Brusatassi, presidente di UIAPOA e Marco Crotti, vicepresidente di Unaproa, hanno illustrato come il nodo cruciale resti quello della programmazione dell’offerta.Mauro Tonello, presidente regionale di Coldiretti ha invece ribadito come sia indispensabile per il settore poter contare su un accordo sul prezzo entro la fine dell’anno.Alla necessità di gestire l’elevata attrattività della coltura (in confronto alle altre) si è invece rifatto Mario Guidi della giunta nazionale di Confagricoltura, che ha anche richiamato i rischi di eccesso produttivo che da questo potrebbero derivare.Il presidente regionale della Cia, Nazario Battelli ha invece spostato l’attenzione sulla promozione dei consumi, sottolineando come – anche da parte del pubblico – potrebbe essere opportuno operare investimenti finalizzati a promuovere la diffusione della dieta mediterranea.Il mondo della trasformazione si è invece espresso per voce di due grandi protagonisti: Maurizio Gardini, presidente di Conserve Italia, il colosso di Confcooperative e Lorenzo Cempini, presidente della sezione trasformati di AIIPA.Entrambi i relatori hanno sottolineato l’importanza di arrivare ad un accordo sul prezzo entro la fine dell’anno.
