Dalla commissione pomodoro di Coldiretti Piacenza, che si è riunita giovedì 27 novembre per analizzare i risultati della precedente campagna e individuare le esigenze del comparto per il futuro, sono emersi i principali elementi sui quali verranno fondate le strategie dell’Organizzazione nel settore pomodoro. Elementi che sono stati delineati dal presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello intervenuto al Tomato World Forum al convegno sulla "Riforma Ocm al primo anno di attuazione". "Ci sono tutti i presupposti per sottoscrivere l’accordo interprofessionale del pomodoro e non è più possibile rinviare l’intesa se non si vuole far saltare qualsiasi ipotesi concreta di programmazione delle coltivazioni, ha affermato Tonello, sostenendo che dicembre è il limite ultimo per una programmazione seria della produzione.Inoltre, poiché la Commissione dell’Unione europea, come richiesto da Coldiretti, ha riaperto il fascicolo dell’ortofrutta, dando facoltà ai Paesi membri di modificare il sistema del disaccoppiamento parziale, Tonello, in qualità anche di responsabile dell’ortofrutta di Coldiretti nazionale, ha chiesto, recependo le istanze dei produttori, di applicare subito il disaccoppiamento totale nel settore del pomodoro. "Questa è la scelta – ha detto – che taglierebbe via tutti quegli ettari di pomodoro più o meno fasulli messi in campo solo per coprire quantitativi di pomodoro spacciati per italiani, ma che tali non sono, eliminando nel contempo la caccia agli aiuti comunitari accoppiati, che hanno sempre falsato il mercato". "L’industria – ha ribadito Luigi Bisi, presidente di Coldiretti Piacenza – ha già reso noto che per la prossima campagna occorrono circa 1,6-1,7 milioni di tonnellate di pomodoro. Tocca ora alle sistema delle organizzazioni di prodotto organizzare un’offerta della produzione adeguata, basata su una media reale delle produzioni per ettaro, evitando balletti assurdi come quelli dell’anno scorso, in cui al tavolo interprofessionale è stato fissato l’obiettivo produttivo a 4,6 milioni di tonnellate e poi, sempre gli stessi attori del tavolo interprofessionale, hanno contrattato 5,8 milioni di tonnellate per produrne alla fine 4,9 milioni". L’accordo per la prossima campagna secondo Bisi deve tenere conto nella definizione del prezzo finale dell’aumento di oltre il 20% dei costi di produzione. Bisi, inoltre ritiene indispensabile anche la modifica della tabella qualitativa del prodotto, "che fino ad oggi – ha affermato – è servita più come strumento in mano all’industria per abbattere i prezzi che non come mezzo di valorizzazione della qualità del pomodoro".Positivo, infine, secondo il direttore di Coldiretti Piacenza, Giovanni Roncalli, è la proposta avanzata dell’Italia a Bruxelles per l’indicazione obbligatoria dell’origine del prodotto agricolo nei trasformati, che consentirebbe di estendere l’etichettatura dalla passata a tutti i derivati del pomodoro, come ha da tempo chiede Coldiretti. "Accompagnata da adeguati controlli – ha concluso Roncalli – l’etichettatura consentirebbe ai consumatori di conoscere la provenienza di ciò che mettono a tavola".