Approvate, nel corso del consiglio provinciale di Coldiretti Piacenza, riunitosi venerdì 21 novembre 2008, le linee di azione della principale organizzazione degli imprenditori agricoli, per uscire dalla difficile situazione in cui versa il comparto primario."Nel contesto attuale – ha commentato il presidente Bisi durante la riunione di consiglio – per ogni euro speso dal consumatore, solo 17 centesimi vanno all’agricoltore; evidentemente c’è spazio per crescere senza pesare sulle tasche dei cittadini e per farlo occorre aumentare il potere contrattuale della parte agricola e il suo peso nella filiera. Oggi, ha proseguito Bisi, siamo impegnati in un progetto in cui le imprese debbono diventare le vere protagoniste dei processi economici dell’agroalimentare italiano.Per far questo – ha affermato il presidente della Coldiretti nell’incontro con i dirigenti – la politica deve saper accompagnare il percorso promuovendo regole di trasparenza sul mercato, sapendo che il problema dei bassi prezzi all’origine dei nostri prodotti è legato allo scarso potere contrattuale della parte agricola rispetto al resto della filiera, ed è su questo punto che si deve intervenire".Sono stati, inoltre, illustrati ai presenti, come spunto di riflessione, i documenti oggetto del recente Forum di Cernobbio presentati da autorevoli economisti (Vaciago, De Filippis, Salvatore, Boltho e altri), tra cui il sondaggio affidato alla SWG intitolato "gli italiani e l’alimentazione nel tempo della crisi", dove emergono dati importantissimi sui cambiamenti delle abitudini della spesa alimentare che sono oggi influenzate dai fattori di risparmio e sicurezza. La spesa media mensile degli italiani per l’alimentazione, si sta sempre più orientando verso i cibi locali, percepiti come più sicuri e convenienti dal 64% dei consumatori, con un’attenzione crescente per i prodotti a km zero, anche acquistati direttamente nelle aziende agricole o nei mercati degli agricoltori."C’è una nuova domanda di beni alimentari in Italia e nel mondo – ha concluso Bisi. Conseguentemente si aprirà un confronto con le realtà produttive per condividere il percorso, che coinvolga tutta la filiera dei produttori per costruire filiere corte ed efficienti, trovare situazioni organizzative che possano far ridurre il costo delle materie prime e dei mezzi tecnici (attraverso la rete nazionale dei Consorzi Agrari), puntare a chiarire le reali rappresentanze in tutte le situazioni in cui le imprese agricole sono coinvolte in questioni che riguardano i loro interessi ed il loro futuro. Non quindi bancarelle e mercatini, come qualcuno vorrebbe far intendere, ma una politica agricola complessiva che parla di imprese, di redditi, di progetti nazionali, di rapporto con la società, di distintività delle produzioni, di nuovi modi di rapportarsi e di rappresentare l’agricoltura italiana".