"Ha aperto gli occhi e risposto alle parole dei dottori". Lo riferisce un amico di Tajinder Singh, l’operaio indiano 31 enne, ricoverato a Parma, dopo la brutale aggressione che ha subito venerdì sera a Villanova. La sua vita è ancora appesa a un filo, per colpa delle fratture al cranio, procurategli dalle spranghe, dai bastoni e dal machete, usati dai tre individui che l’hanno atteso davanti all’azienda, dove lo straniero lavora. Se le sue condizioni lo consentiranno, verrà ascoltato dai carabinieri di Fiorenzuola non appena possibile.