Quantità, qualità e equità nel rapporto regionale 2008 sul sistema educativ

Quantità, qualità e equità, sono questi i tre principali punti toccati rapporto regionale 2008 sul sistema educativo, presentato questa mattina nella sala consiglio della Provincia alla presenza dell’assessore provinciale al Sistema Scolastico e Formativo, Fernando Tribi, del direttore generale dell’ufficio scolastico regionale, Luigi Catalano, e di Giancarlo Cerini, curatore del rapporto. E i numeri contenuti nella ricerca parlano di una scuola regionale, e dunque anche piacentina, in buona salute, con numerosi punti di forza, ma anche alcune criticità. Presentati dal curatore del rapporto, Giancarlo Cerini, i dati mettono l’accento su alcune situazioni che ormai non possono più essere ignorate, ma vanno studiate e utilizzate come risorse. In particolare, fa riflettere il dato sulla presenza nelle scuole di bambini di altre culture, a Piacenza il 14,9%, ovvero la percentuale più alta in Regione. "Un fattore che non deve spaventare – ha ribadito Cerini -, perché il valore medio della Svizzera è del 30%. Dunque, se per gli elvetici non rappresenta un problema, non vedo perché lo dovrebbe essere da noi". E non a caso, infatti, dal rapporto emerge che la scuola emiliano-romagnola ha scelto la strada dell’inclusione, non solo per quanto riguarda l’immigrazione, ma anche sul tema della disabilità e della universalità delle leve di età. Il sistema educativo di istruzione e formazione continua infatti a crescere, ci sono alti livelli di scolarizzazione, come rivelano i tassi di passaggio dalle scuole medie alle superiori (97-98%). Per questo si pone il problema della qualità dell’offerta. Anche in questo caso, dal rapporto emerge che l’Emilia Romagna è una società che storicamente ha fatto investimenti sull’istruzione, registrando – ad esempio – un livello elevato di servizi prima infanzia (27%), assai vicino al benchmark europeo (33%). Per non parlare del tempo pieno delle scuole elementari, sfruttato dal 48,9% a Piacenza, rispetto al dato regionale del 43,8% e al dato nazionale del 25%. Dato che però tende ad abbassarsi con il passaggio alla scuola media, dove si registra l’adesione del 32,7% dei ragazzi. Nel complesso, dunque, si ha un giudizio positivo dell’istruzione elementare, dell’integrazione dei sistemi di istruzione e formazione e della propensione a sfruttare le molteplici opportunità educative offerte dal territorio. Un altro punto di forza è individuato nel dialogo tra mondo della scuola e quello delle imprese, nella propensione all’innovazione e alla ricerca, ed infine al sostegno di una rete capillare di centri risorse e servizi (nel campo dell’handicap, dell’integrazione multiculturale, dell’educazione ambientale, etc…). Tra i fattori di criticità, la crisi nei risultati scolastici che si manifesta già nella scuola dell’obbligo (in particolare della scuola media) e l’emergere di un disagio "sottile", testimoniato dal fenomeno dei debiti scolastici, oltre ad una forte stratificazione sociale nelle scelte tra i diversi indirizzi della scuola secondaria superiore. A lodare il lavoro svolto attraverso il rapporto è intervenuto, in apertura dei lavori, l’assessore Tribi. "Ho apprezzato che il rapporto si sia focalizzato sul sistema educativo nel suo complesso – ha detto -, utilizzando la scelta innovativa dei focus territoriali. Ciò che emerge è una scuola accogliente e solida, ma anche di qualità, consapevole dei propri problemi e dei risultati finora raggiunti. Il merito di questo va a tutti coloro che lavorano per questo, gli enti locali, le istituzioni scolastiche, gli enti di formazione e l’università". Luigi Catalano ha quindi spronato il mondo della scuola a "potenziare i rapporti e le intese, perché la ricerca di nuove soluzioni che mirano al successo formativo è ormai nel dna della scuola emiliano-romagnola". Dal canto suo, il curatore del rapporto, ha posto l’attenzione sul tema dell’integrazione, definendo "Piacenza un laboratorio a cielo aperto". A seguire, sono giunti interventi dal mondo della scuola e non solo. Il preside Gianpaolo Binelli ha voluto porre nuovamente l’accento sul tema dell’autonomia scolastica come risorsa e dell’integrazione, mentre il sindaco di Travo, Albino Cassinari, ha manifestato preoccupazione per i tagli previsti alle scuole di montagna. Discorso ripreso anche da Raffaella Morsia, Cgil Scuola, che ha ribadito come "la spesa per l’istruzione in Italia non è fuori controllo, ma anzi è diminuita rispetto al Pil, perché nel nostro Paese si spende il 9,3% rispetto al 13 degli altri stati". Preoccupazione per la "riforma Gelmini" è stata espressa anche dall’assessore agli Affari Generali del Comune di Nibbiano, Giovanni Dotti, e dal vicesindaco di Alseno, Rosario Milano, mentre il dirigente del CSA Armando Acri ha sottolineato come "non si può fare una riforma ogni tre o quattro anni, per essere veramente valida deve essere sperimentata. La scuola deve anche essere in grado di recepire gli alunni che vengono dall’estero, che non sono un problema ma una ricchezza".

Radio Sound