Proseguono le indagini sull’incendio, che lo scorso 25 settembre ha distrutto l’Obi di Montale. Resta la più battuta la pista del dolo, pur ancor in assenza di elementi certi a suffragarla.L’attività degli inquirenti prosegue al laboratorio del N.I.A. a Roma, dove vengono analizzati tutti i reperti acquisiti, mentre la squadra mobile di Piacenza continua a raccogliere e confrontare tutte le testimonianze. Alle 20:45 del 25 settembre, quando è scoppiato l’incendio, erano presenti, all’interno dell’Obi, cinque dipendenti e tre clienti. Questi ultimi, due uomini e una donna bionda, non sono mai stati identificati. Dovranno presentarsi spontaneamente in Questura, dove si intende acquisire anche la loro preziosa deposizione.