La valorizzazione del Po costituisce, anche in termini di immagine, un traguardo di grande rilievo internazionale, sotto il profilo della tutela e del riequilibrio ambientale, della utilizzazione di un compendio ineguagliabile di risorse economiche e sociali, della difesa e della valorizzazione di un grande patrimonio culturale e paesistico. Per questo motivo, le tredici province rivierasche assieme all’Autorità di bacino, hanno organizzato un workshop di approfondimento territoriale per l’avvio della fase di consultazione pubblica della valutazione ambientale strategica del progetto "Valle del Fiume Po". L’Autorità di bacino del fiume Po, dal 1 settembre 2008, attraverso il deposito della proposta di progetto, del relativo Rapporto ambientale nonché della sintesi non tecnica dello stesso, ha infatti dato avvio alla fase di consultazione (durata 60 giorni, termine 30 ottobre) durante la quale chiunque può prendere visione degli elaborati e presentare, entro la data di scadenza della consultazione, proprie osservazioni, anche fornendo nuovi ulteriori elementi conoscitivi e valutativi. Questa mattina, nella sala Consiglio della Provincia di Piacenza, si è parlato del progetto e delle quattro linee d’azione ad esso collegate, ma anche dei passi futuri per cominciare a sfruttare i 180 milioni di euro stanziati dal CIPE. "Allo stato attuale, la Consulta delle Provincie del Po intende sottolineare il punto essenziale di validità della delibera CIPE – ha osservato il Presidente Gianluigi Boiardi -, ovvero la riconduzione esplicite delle responsabilità del progetto in capo all’Autorità di Bacino, costituita dalla Regioni padane col Governo centrale, con la collaborazione degli organismi tecnici operanti nel bacino, come l’AIPO, e con la partecipazione della Consulta stessa". "La definizione e l’attuazione del Progetto richiedono la realizzazione di una forte unità di comando – ha aggiunto Boiardi – sulla base del riconoscimento comune delle condizioni e dei vincoli da rispettare da parte delle istituzioni e dei portatori di interessi, e sulla condivisione del percorso di formazione e controllo delle decisioni e dello loro esecuzione. Il primo rappresenta la condizione principale di rilancio del Governo unitario del Po, l’altro corrisponde alla necessità di contrastare efficacemente le spinte a frantumare le decisioni in canali paralleli e per accordi separati, tendenti a dividere le regioni padane". Boiardi ha quindi rilanciato l’attenzione su due importanti temi: "Nelle scorse settimane ho incontrato a Venezia Paolo Costa, presidente dal 2003 della Commissione Europea per il trasporto e il turismo – ha detto -, il quale si è dimostrato particolarmente interessato al nostro progetto. Ancora una volta, mi sono trovato a chiedere una rapida soluzione per l’assegnazione della carica di segretario dell’Autorità di bacino. Il 15 ottobre, invece, a Rovigo, in occasione della visita della governatrice belga Karla Pejis, coordinatrice europea per la navigazione interna sulle reti transeuropee, siamo invitati a presentare il nostro progetto. Questa sarà un’ulteriore occasione per dimostrare come le iniziative regionali e locali non possono prescindere dal ruolo che il Po, assieme agli altri principali fiumi europei, è chiamato a svolgere nello spazio euromediterraneo, con particolare riferimento alle direttive ed ai piani d’azione dell’Unione Europea. E’ a quel livello che si definiscono le poste in gioco". Francesco Puma, dell’Autorità di bacino, ha quindi illustrato le quattro linee di azione del progetto "Valle del fiume Po". La prima riguarda il riassetto idrogeologico, l’aumento della capacità di laminazione nella fasce fluviali e la ricostruzione morfologica dell’alveo di piena; la seconda interessa la conservazione dell’integrità ecologica della fascia fluviale e della risorsa idrica del fiume Po; la terza si muove attraverso il sistema della fruizione e dell’offerta culturale e turistica; infine, la quarta, riguarda il sistema della governance e delle reti immateriali per la conoscenza, formazione e partecipazione.