L’esame delle otto dita di Xiujun Xu, non avrebbe portato a nuovi riscontri. Il condizionale è d’obbligo perché gli esami non sono ancora conclusi e perché nessuna conferma è arrivata da fonti ufficiali. Se così fosse, si tratterebbe dell’ennesimo colpo di scena maturato intorno al delitto di via Alberoni. Xiujun Xu, 34 anni di origini cinesi fu assassinata nella notte fra il 29 e il 30 giugno scorsi nella sua casa. L’assassino l’aveva sgozzata dopo averla percossa colpendola al capo. Un primo esame avrebbe portato a riscontrare tracce di dna compatibili con quello di Yuri Zaffignani, 23 anni (al momento nella casa circondariale delle Novate con l’accusa di aver ucciso la donna cinese) su una o due dita della vittima. La Procura aveva però deciso di trovare maggiori riscontri e aveva disposto nuovi esami che erano incominciati lo scorso 9 settembre. In particolare erano state sezionate presso la camera mortuaria dell’ospedale di Piacenza, otto dita della donna che sono state portate all’istituto di medicina legale di Pavia, per essere minuziosamente esaminate. Ascoltato in merito agli esami l’avvocato difensore Francesco Monica ha preferito non commentare: "Non so nulla di questi esami ne parleremo quando vi sarà la perizia" ha detto il difensore. Tuttavia se gli esami non hanno portato ad ulteriori riscontri sotto le unghie della vittima, la difesa segna quindi un punto a suo favore. Del resto Zaffignani che si è sempre dichiarato innocente ha anche detto di essere entrato nella casa del delitto, di aver visto e toccato la vittima e forse in questa circostanza potrebbe aver lasciato tracce di Dna. Non è possibile sapere al momento se quanto trovato sulle dita della donna sono frammenti di pelle o sangue (in questo caso la posizione dell’indagato sarebbe più grave) oppure saliva o sudore e in questo caso la posizione di Zaffignani sarebbe alleggerita. L’altro giorno avevamo reso noto che gli esami su due paia di guanti in lattice, trovati in un cassonetto vicino alla casa di via Alberoni dove è avvenuto il delitto non avrebbero avuto tracce di sangue e questa circostanza smonta la possibilità di ipotizzare che il delitto fosse stato compiuto da due persone. Resta invece il mistero delle orme trovate dagli investigatori della squadra mobile nella casa del delitto: una con il numero quarantuno e l’altra con il numero trentanove, quando il giovane di Castelsangiovanni porta il quarantacinque.Diversi punti restano quindi ancora da chiarire intorno a questo omicidio.