Boiardi a Cremona per un convegno sul Po, verso Expo 2015 valorizzando le e

Il presidente della Provincia Gianluigi Boiardi ha partecipato oggi pomeriggio a Cremona al Convegno "Naviga Po Porto Aperto", intervenendo in duplice veste di presidente della Consulta delle 13 Province del Po e di membro del Consiglio direttivo della Fondazione del Nord Ovest. Al  tavolo dei relatori, il presidente della Provincia di Cremona Giuseppe Torchio, l’assessore al Territorio e Urbanistica della Regione Lombardia Davide Boni, il presidente della VIII Commissione Ambiente della Camera Angelo Alessandri, la senatrice Albertina Soliani, il parlamentare europeo Cesare Bernabei. Presente, tra gli altri, l’assessore regionale Mario Luigi Bruschini. Ecco il discorso del presidente della Provincia:"Sono chiamato a parlare in questo Convegno nella duplice veste di presidente della Consulta delle 13 Province del Po e di rappresentante del Comitato promotore della Fondazione del Nord Ovest. E’ la dimostrazione che c’è un filo unico che lega i progetti condivisi e credibili non solo a livello locale, ma anche nazionale ed europeo.  A vincere la sfida oggi sono proprio i sistemi territoriali,  le Province che – lo vediamo appunto nella costituzione della Fondazione del Nord Ovest o nella Consulta  – rivelano una forte volontà di fare sistema e dimostrano la vitalità e l’impegno di condividere progetti e metodi che non disperdano le poche risorse che abbiamo a disposizione. Con la Consulta, in questi anni, tredici province – territori diversi, amministrazioni diverse, tradizioni diverse – hanno imparato a lavorare insieme su un tema che unisce, il Po, predisponendo un efficace programma di azioni in favore del fiume (la più grande risorsa idrica del Paese), che attraversa geograficamente l’area economicamente più dinamica del sud Europa (vi ricordo che è abitata da 16 milioni di cittadini), l’area che ospita l’agricoltura più moderna e produttiva, l’area su cui gravitano i principali distretti industriali e che è oramai attraversata dalla rete di servizi  più importante del sud Europa. Fra l’altro il corso del fiume coincide con una delle grandi direttrici strategiche della logistica europea. Il risultato è arrivato lo scorso dicembre con la delibera da parte del Cipe di 180 milioni di euro da investire nel progetto "Valle del Fiume Po", obiettivo il riassetto idrogeologico della Valle Padana e della messa in sicurezza delle popolazioni che la abitano. Il progetto della Fondazione del Nord Ovest comprende 25 Province, 3.082 Comuni e interessa una popolazione di 15.475.862 cittadini, 1.420.000 imprese attive (pari al 28% del totale nazionale) che occupano 6.955.000 lavoratori, pari al 31% del totale nazionale (40% delle esportazioni e 50% delle importazioni italiane). Il progetto "NordOvest in rete" rappresenta un’evoluzione a grande scala, un salto di qualità dell’azione delle Province che manifestano l’esigenza di promuovere la coesione sociale e territoriale. Nel protocollo d’intesa sono indicati i principali temi sui quali avanzare un’agenda condivisa: infrastrutture e logistica; sviluppo economico e delle produzioni locali; ambiente, paesaggio e sostenibilità allo sviluppo locale; ricerca,innovazione e trasferimento tecnologico; turismo, cultura e grandi eventi; Europa. E, non ultimo, il fiume Po. In entrambi i casi, le Province hanno superato il vecchio paradigma territoriale per rispondere alle sfide che la globalizzazione ha posto, adottando una prospettiva glocal. Sono infatti le funzioni e le loro reti (delle istituzioni, delle imprese, della finanza, della scienza, delle professioni) che intersecano i "luoghi", dunque il territorio, con il "globo", producendo quei processi di glocalizzazione che ridisegnano le geometrie degli spazi. Nel nuovo scenario diventa dunque essenziale mettere in rete questi soggetti affinché collaborino in modo sinergico verso obiettivi comuni, superando il localismo, senza tuttavia perdere il valore inestimabile del radicamento territoriale. Allo stato attuale la Consulta sottolinea il punto essenziale di validità della delibera CIPE: la riconduzione esplicita della responsabilità del "Progetto Valle del Fiume Po" in capo all’Autorità di bacino (domani, Distretto), costituita dalle Regioni padane col Governo centrale, con la collaborazione degli organismi tecnici operanti nel bacino (come l’AIPO, già Magistrato per il Po) e con la partecipazione della Consulta: un riconoscimento del lavoro svolto dalla Consulta, espressione unitaria delle popolazioni rivierasche e promotrice del Progetto, assieme alla Segreteria generale dell’Autorità di bacino. La definizione e attuazione  del Progetto richiedono di realizzare una forte "unità di comando", richiesta fin dal I° congresso del Po del 1928, allora in termini autoritari, oggi unità di governo cooperativo, ‘federato’ delle regioni padane, realmente partecipata, sulla base: a) del riconoscimento comune delle condizioni e dei vincoli da rispettare da parte delle istituzioni e dei portatori di interessi; b) della condivisione del percorso di formazione e controllo delle decisioni e  della loro esecuzione. Il primo rappresenta la condizione principale di rilancio del Governo unitario del Po degli organismi di gestione della sicurezza idraulica, di tutela delle acque e dei loro diversi utilizzi sostenibili, di difesa e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale;L’altro corrisponde alla necessità di contrastare efficacemente le spinte (tuttora in corso) a frantumare le decisioni in canali paralleli e per  accordi separati, tendenti a dividere le Regione padane le une dalle altre.Sull’altro versante, la Fondazione del Nord Ovest è impegnata a raccogliere la sfida di Expo 2015.  Una sfida, si badi bene, non soltanto per Milano, ma per l’intera area settentrionale. Non si può dimenticare che il tema proposto – "nutrire il Pianeta" – evoca la tradizione agroalimentare del nostro territorio, la Pianura Padana. Milano, se vuole vincere la sfida, deve impostare il rapporto tra la sua dimensione locale e quella globale nel parlare di alimentazione e, per farlo, dovrà necessariamente collegarsi con le eccellenze presenti sul territorio in questo campo. La Pianura Padana può certamente vantare oltre a un’importante tradizione agricola, anche una strutturata storia industriale e logistica che in questi anni sta toccando punte avanzatissime, ed è dunque in grado di proporre un modello del mix produttivo dell’Italia più moderna capace di apportare alla sfida dell’Expo un contributo importantissimo.Nell’incontro di giovedì pomeriggio a Torino, il presidente Antonio Saitta ha chiesto ai presidenti delle province del Nord Ovest di rispondere alla chiamata di collaborazione del sindaco di Milano Letizia Moratti ai territori di area vasta. La risposta, anche in questo caso, punta ad un progetto che abbia una comune identità. Le azioni che si vanno a intraprendere oggi e tutte le iniziative a sostegno dell’evento dovranno avere il richiamo ad un marchio che faccia riferimento ad Expo2015. Credo sia decisivo poter costruire questa nostra identità e avere un confronto diretto non con la società di gestione ma con chi ha in mano le leve. Le città sono importanti per l’aspetto della ricettività e della cultura, ma se non diamo un contenuto forte al tema di Expo 2015 con quello che sappiamo esprimere c’è il rischio di fare una grande manifestazione senza contenuti. I rapporti con le città capoluogo  sono indispensabili ma è difficile trovare lì le risposte ad un sistema territoriale complesso come quello in cui viviamo. Oggi più che mai, il nostro ruolo è di valorizzare le eccellenze di un territorio orgoglioso e consapevole del valore dei propri prodotti, apprezzati in tutto il mondo, esempio di una qualità unica che non abbia paura di confrontarsi con le sfide del futuro ma che con volontà e lungimiranza, senza eccessivi proclami, attraverso il costante lavoro di tutti, giorno per giorno, possa iniziare a gettare nuove basi per il domani".

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