“La provincia di Piacenza è purtroppo ricca di giovani che consumano droga e l’età si sta abbassando sempre di più”. E’ l’amara constatazione del comandante della compagnia dei carabinieri di Piacenza Stefano Bezzeccheri, ospite questa mattina a Radio Sound nella trasmissione condotta da Gigi Zini. Dopo aver affrontato nelle due puntate precedenti i temi delle truffe agli anziani e dei furti, il comandante ci ha parlato di un’altra terribile piaga, ovvero lo spaccio e il consumo di sostanze stupefacenti tra i giovani. E’ di ieri la notizia di un 16enne colto in flagrante nell’atto di cedere un grammo di marijuana a un 18enne in via IV Novembre, nei pressi del plesso scolastico: il giovanissimo è stato arrestato essendo già recidivo ed è stato associato a una struttura per minori di Bologna.
Ma è possibile che i ragazzi non si rendano conto della gravità di questi gesti?
“Purtroppo i ragazzi come questo 16enne non si rendono conto delle conseguenze negative di queste condotte illecite e non hanno la percezione dei danni che l’uso di queste sostanze comporta. Il consumo di droga viene visto come una trasgressione adolescenziale e non capiscono le conseguenze negative a livello fisico e psichico. Per loro è solo una moda”.
Qual è la situazione a livello provinciale, almeno ciò che emerge dal vostro operato?
“Rispetto al 2015, nel 2016 abbiamo triplicato gli arresti per droga, le denunce e le segnalazioni alla prefettura. Senza contare il sequestro di sostanze stupefacenti che ha raggiunto numeri record, quasi 500 chili di droga in un anno. La maggior parte di queste sostanze stupefacenti era per così dire “in transito”, ma una buona quantità era destinata al mercato piacentino: questo è un dato che ci fa riflettere e preoccupare molto anche considerato il numero di abitanti della provincia di Piacenza. Proprio per questo motivo il nostro comandante provinciale ci ha chiesto di intensificare la battaglia contro il traffico di droga. Per fare ciò è molto importante l’azione preventiva, la sensibilizzazione”.
In che modo conoscono la droga in età così giovane?
“Spesso vengono avvicinati da amici o coetanei che fanno “assaggiare” gratuitamente, questa o quella sostanza, in modo da far sperimentare gli effetti positivi che producono. Molto spesso basta poco per far subentrare la dipendenza. Inizia quasi per gioco e il dramma è proprio l’età: ci si avvicina alla droga ai 12-13 anni, a partire dalla prima media. Spesso sono proprio i genitori a chiedere il nostro aiuto e noi siamo pronti a dare loro una risposta. Arrivano segnalazioni anche da parte di docenti i quali spesso si trovano di fronte ad alunni che già alle prime ore della mattina si presentano in aula con occhi rossi e incapaci perfino di scrivere. I ragazzi non capiscono che anche dal punto di vista legale i rischi sono molteplici, vi faccio solo un esempio: se un minorenne viene trovato in possesso di una piccola quantità di droga per uso personale viene segnalato alla prefettura. Un provvedimento che di per sé può non spaventare i ragazzi, ma spesso non sanno che questa segnalazione impedirà loro, una volta raggiunta la maggiore età, di conseguire la patente”.
Quali sono i segnali ai quali un genitore deve prestare attenzione?
“Io preferisco non parlare di segnali perché spesso dare indicazioni di questo tipo rischia di portare a psicosi ingiustificate dando peso a comportamenti che magari nulla hanno a che fare con la droga. L’unico consiglio che posso dare è di comunicare il più possibile, parlare, ascoltare e mantenere il nucleo familiare unito”.