Autoimprenditoria Giovanile e Femminile, numeri positivi

Sono numeri più che positivi quelli che riguardano l’attività 2004-2007 dello Sportello per l’Autoimprenditoria Giovanile e Femminile. Cifre che fotografano una realtà piacentina in ottima salute, in linea con le tendenze regionali che registrano un tasso di crescita delle nuove aziende pari al 7%, con un pezzo molto rilevante di questa percentuale costituito dalle imprese femminili. I dati sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa dall’assessore provinciale al Lavoro, Sistema scolastico e formativo Fernando Tribi, dalla dirigente del Servizio Mercato del Lavoro e Formazione della Provincia, Manuela Moreni, e da Valentina Araldi, funzionaria dello sportello Autoimprenditoria. "Quella di cui stiamo parlando è imprenditoria vera – ha sottolineato l’assessore -, non una forma di lavoro subordinato mascherata. Ed è per questo che siamo molto soddisfatti, considerato che il servizio era partito in modo sperimentale per i giovani e le donne, ed ora ha fatto dell’innovazione e della forte relazione con i soggetti privati i suoi punti di forza". "A queste considerazioni va poi aggiunto un altro dato fondamentale – ha aggiunto Tribi -. Il tasso di mortalità delle imprese passate dallo Sportello a partire dal 2001 è bassissimo, praticamente inesistente". Ecco allora i numeri dello Sportello per l’Autoimprenditoria Giovanile e Femminile: negli ultimi quattro anni sono stati più di 4.000 a contattare il servizio per avere notizie, idee, suggerimenti. I progetti reali presentati si sono attestati a quota 1000. Nel 2007, inoltre, l’utenza è incrementata notevolmente passando dai 200 utenti medi a più di 400, di cui il 67% composto da donne e il 69% ha un’età compresa tra i 18 e i 32 anni (lo sportello ha registrato un incremento di accessi anche per quanto riguarda utenza con più di 40 anni, per lo più donne in rientro lavorativo). Dai dati registrati emerge poi che i potenziali neo-imprenditori sono per lo più diplomati (più laureate le donne), mentre il 78% degli utenti che ricevono il servizio di accoglienza ed informazione proseguono con lo sportello il percorso di analisi di fattibilità dell’idea imprenditoriale. I progetti analizzati riguardano per il 45% il settore commercio (bar, ristoranti, attività di vendita all’ingrosso e al dettaglio, import-export, ecc..), per il 32% quello artigianale, il 14% attività di servizi alle persone e alle imprese, il 8% opta per altri settori (agricoltura, turismo, ….). Più di 200 imprese avviate dal 2004 al 2007 hanno avuto accesso al servizio di supporto alla creazione d’impresa della Provincia. Di queste, 134 (171 dal 2001) hanno ottenuto agevolazioni finanziarie. Dall’"incubatore" della Provincia sono usciti negozi di artigianato del mondo e botteghe per la salvaguardia dei gusti tradizionali, aziende che usano la biologia molecolare per testare la qualità dei lieviti e brevetti per accessori di abbigliamento. Non mancano asili in inglese per bambini poliglotti, software per disabili e farmacie a domicilio, arredi ecologi e programmi che predicono la solubilità delle proteine in differenti condizioni sperimentali. Poi ci sono i geniali pratici. Come la giovane azienda che ha inventato il "motore agricolo intelligente" che è in grado di inviare messaggi quanto l’irrigazione sta per finire o quella che ha realizzato il compre-vendita di libri usati e non. Considerando una definizione ampia di innovazione, le imprese che hanno ricevuto il finanziamento si presentano per il 24% come imprese innovatrici in termini di prodotto e processo produttivo, il 43% innovano da un punto di vista organizzativo e di servizio, il 17% sono imprese innovative per il territorio mentre il 16% riguardano passaggi generazionali. Dal monitoraggio che il servizio esegue ogni anno sono emersi alcuni dati significativi: le 134 imprese aperte dal 2004 al 2007 occupano circa 600 persone tra neo-imprenditori, collaboratori e dipendenti; i finanziamenti agevolati concessi dalla Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza in collaborazione con i COFIDI territoriali ammontano a 4.848.300,00 €  mentre i  contributi provinciali concessi in abbattimento del tasso sono pari a  236.920,00€ (dal 2004 al 2007). Tutto questo, ha generato investimenti stimati in circa 10.000.000,00 di euro. "Consolidare questo sistema è compito della Provincia – ha concluso l’assessore Tribi -, ed è per questo che la verifica di questi dati non poteva essere svolta alla fine del mandato. L’amministrazione deve sempre interrogarsi sui processi attivati e, se è il caso, aggiustare la rotta. In questo caso, considerato il rapporto tra contributi, occupazione e investimenti davvero significativo ed efficace, ci pare opportuno articolare ed ampliare l’intervento in un’ottica di sistema e di collaborazione, fuori da qualsiasi elemento di alternatività o competitività con altri soggetti organizzati: ognuno deve fare bene la parte che gli compete". Ecco allora obiettivi e azioni per il futuro: "Innanzitutto dobbiamo cercare di mettere in rete queste nuove imprese – ha concluso Tribi -. Occorrerà inoltre sviluppare un’attività informativa nelle scuole e nelle università, favorire il ricambio generazionale, contribuire ad accrescere (anche tramite interventi formativi) le competenze e la professionalità degli imprenditori, sostenere l’autoimprenditorialità, con particolare riferimento a quella femminile, in sinergia con comuni, consigliera di parità, Camera di Commercio…". La dirigente del Servizio Mercato del Lavoro e Formazione della Provincia Manuela Moreni ha quindi illustrato le peculiarità dello Sportello: "Il nostro servizio è rivolto a tutti – ha spiegato -, ciò significa che chiunque vi può accedere e troverà le informazioni necessarie per l’avvio di un’impresa. Naturalmente, prima della sua costituzione ci saranno passaggi successivi, ma è molto importante il modo in cui l’utente viene indirizzato verso l’attività imprenditoriale e non verso il lavoro dipendente". Infine, Valentina Araldi, funzionaria dello sportello Autoimprenditoria, ha illustrato le tempistiche del servizio: "Dipende dalla tipologia dell’attività – ha osservato -. Si va da pochi mesi a un paio di anni, come nel caso di due artigiani che stanno aprendo una produzione di birra. Tempi necessari per avere tutti i permessi e che non riguardano l’attività vera e propria dello sportello. Altra nota importante: anche le imprese già avviate ci chiedono assistenza, che noi continuiamo a fornire nei primi cinque anni di vita dell’attività".

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